Paolo Genovese: suo figlio Pietro è stato condannato per l'omicidio stradale ai danni di due sedicenni. Ecco tutte le news sul caso.
Pietro Genovese, figlio 22enne del noto regista Paolo Genovese, ha ricevuto la sentenza definitiva. Responsabile di aver travolto e ucciso Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019 in Corso Francia, a Roma, era stato condannato in primo grado a 8 anni di carcere. Nel corso del processo d’appello, gli è stata concordata una pena di 5 anni e 4 mesi. Scopriamo insieme i dettagli di questa tragica storia di cronaca.
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Paolo Genovese, ultime news sul figlio responsabile di aver travolto e ucciso due ragazze: la sentenza definitiva
Pietro Genovese, 22 anni, ha risposto dell’accusa di omicidio stradale plurimo che, nel processo di primo grado (ovvero con sconto di un terzo della pena), l’ha portato a vedersi comminare 8 anni di carcere. Nell’incidente stradale che ha provocato hanno perso la vita due sedicenni: Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. La Corte di Assise di Roma ha però poi ridotto la pena co una condanna definitiva a 5 anni e 4 mesi, disponendo inoltre l’obbligo di dimora a Roma per Genovese con permanenza al proprio domicilio dalle 22 alle 7. La pena è quindi diventata definitiva.
Paolo Genovese, ultime news sul figlio responsabile di aver travolto e ucciso due ragazze: le motivazioni della sentenza
Pietro Genovese, responsabile di questo tragico incidente, secondo il giudice dell’Udienza Preliminare è colpevole di aver provocato la morte delle due sedicenni per via di
una negligente scelta di mettersi alla guida dopo aver fatto uso di alcol, pur sapendo che era obbligato a non bere qualora avesse voluto condurre un’auto, secondo la sua età e per il tempo in cui aveva preso la patente.
Stando a quanto ricostruito dal Gup, le Gaia e Camilla stavano attraversando le strisce pedonali al momento dell’impatto mortale. I genitori delle vittime hanno così commentato la sentenza definitiva a carico del giovane:
Abbiamo sempre voluto la verità e quella è rimasta. La colpa è solo del ragazzo, l’entità della pena non ci interessa, riguarda la coscienza dei giudici.
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