Simone Bonino è il noto bodyguard di Alberto Genovese, coinvolto in un delicatissimo caso di stupro. Ma cosa sappiamo di lui?
Il caso Genovese è ormai noto a tutti; a parlarne è stato anche il suo amico Daniele Leali. Ma cosa sappiamo della sua guardia del corpo, Simone Bonino?
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Chi è Simone Bonino
Biografia
Non si hanno notizie certe circa la vita privata di Simone Bonino, quello che è certo che è per anni è stato a stretto contatto con Alberto Genovese, oggi coinvolto in un caso di stupro molto grave ai danni di una ragazzina di appena diciotto anni.
Bodyguard
Simone Bonino a oggi risulta essere il supertestimone della delicata vicenda che ha coinvolto Genovese e probabilmente anche l’unico a sapere tutta la verità. Dal 10 ottobre – data in cui è emersa questa cruda storia – la vita del bodyguard dell’imprenditore è cambiata drasticamente e – sembra – in meglio. Simone, infatti, è stato invitato in vari programmi televisivi e diversi brand vogliono collaborare con lui in qualità di testimonial.
Sui social, poi, arrivano centinaia di messaggi da parte di molte donne. Ecco cosa ha dichiarato Bonino in persona a FanPage.it:
Sono diventato noto, non famoso, c’è una bella differenza. Le persone credono che ora sia un influencer perché mi vedono in televisione, ma io sono 20 anni che lavoro. Mi chiedono un’intervista, io vado, tenendo sempre a mente che c’è un’indagine in corso.
Il racconto di quella sera
Simone Bonino, comunque, nonostante l’indagine in corso dice di ricordare bene la sera incriminata e riguardo a Genovese dice “La droga dà, la droga toglie”. Fra i messaggi che riceve sui social, comunque, anche minacce e offese di chi ormai lo considera complice dell’imprenditore stupratore. Ecco come si difende Bonino:
Non ho sentito proprio nulla, la musica era troppo alta. Anche i vicini di casa si sono lamentati, tanto è vero che quella sera hanno chiamato la polizia. Se avessi sentito urla o avessi avuto la sensazione che c’era un pericolo sarei sicuramente intervenuto. Come è accaduto in altre occasioni in altri luoghi.
Simone, comunque, non è assolutamente coinvolto in alcun modo nell’inchiesta, se non – e solamente – come persona informata dei fatti. Ecco cosa dichiara ancora il bodyguard:
Il mio compito era stare davanti alla porta e stare molto attento che non entrasse nessuno. Mi era stato detto che c’erano oggetti di valore di Genovese.
Perché, allora, non chiudere la porta a chiave?
Non è casa mia. Ognuno fa come vuole in casa propria. Io eseguo quello che mi viene richiesto. Andavo lì per fare un determinato servizio, seguivo gli ordini. Quando poi mi è stato chiesto di andare via perché non serviva più la mia presenza ho smontato e sono andato. È il cliente che decide.
Libro
Simone Bonino da questa storia trarrà comunque qualche beneficio. A quanto pare la sua intenzione è quella di scrivere un libro; ecco cosa ha dichiarato a FanPage.it:
Tanto questo è l’inizio, appena l’indagine è chiusa hai voglia a raccontare. Uscirà anche il mio libro esclusivo. Intanto continuo a lavorare, c’è già qualche cliente che mi ha chiamato per delle feste.
Simone Bonino, comunque, ha Instagram e fra i suoi post se ne scorge anche uno contro la violenza sulle donne. Qui il profilo.