Temptation Island è terminato ed è tempo di pagelle: chi è uscito sconfitto dalla trasmissione? Ecco la nostra analisi attenta!
Al bando gli snobismi e la falsa ipocrisia, a me Temptation Island piace e, giunta al termine l’edizione 2020, voglio tirarne subito le somme. Chi sono i veri sconfitti di quest’anno? Senza dubbio il congiuntivo. Ma non solo, purtroppo.
Gli sconfitti di Temptation Island
Antonella Elia
A uscirne con le ossa rotte è certamente Antonella Elia. No, non per il presunto bacio del compagno Pietro Delle Piane (all’anagrafe Pietro Le Piane) con una delle tentatrici; bacio che – con ogni probabilità – non c’è mai stato, ma si è trattato, più goffamente, di un tentativo di avere i riflettori puntati addosso. Ne esce con le ossa rotte perché le parole dell’uomo hanno creato una profonda linea di demarcazione tra le donne che sono madri (e dunque hanno una discendenza, come ce l’ha lui, l’ha ribadito più volte) e quelle che non hanno figli: la Elia è stata definita come una persona arida, infelice, insoddisfatta, una donna insicura, che ha costantemente bisogno di rassicurazioni.
Una descrizione, quella di Pietro, che dice ben poco di Antonella, ma che racconta molto bene chi è lui: un insicuro, un insoddisfatto, uno che ha bisogno di punire l’altro per non ammettere di soffrire la propria mancata realizzazione. Dunque, cosa fa? Colpisce il nemico puntando il suo tallone d’Achille; quello della Elia, è evidente, è l’assenza di figli. Utilizzo non a caso il termine “nemico”, perché è così che è apparsa Antonella, come una donna da annientare, in quanto colpevole di portare a galla tutte le crepe di una persona che non sta bene con se stessa. A ben vedere, forse, il vero sconfitto è Pietro, che è dovuto ricorrere alla violenza psicologica per confrontarsi con la donna che dice di amare. Ma l’amore è un’altra cosa.
Andrea Battistelli
Andrea esce sconfitto dall’esperienza di Temptation Island perché è vittima di una donna che rientra in una delle peggiori categorie che esistano, quella dei narcisisti. Sì, Anna è una narcisista, convinta addirittura di dover mettere un freno al suo rapporto con il tentatore Carlo (da lei utilizzato cinicamente per far ingelosire il fidanzato) in quanto il ragazzo, a suo dire, sarebbe troppo preso da lei. Una donna calcolatrice, fredda, che ha iniziato l’avventura nel programma con un’idea ben precisa: quella di far soffrire il fidanzato, così da fargli comprendere che non può vivere senza di lei; dunque, una volta capito di essere innamorato (o dipendente?) e di non poter più prescindere dal loro rapporto, Andrea si sarebbe deciso a mettere su famiglia.
Ma Andrea ha ventisette anni (lei dieci di più), lavora nel ristorante di famiglia e ha più volte ribadito di non essere pronto a diventare papà. Non so cosa l’esperienza di Temptation gli abbia insegnato, ma a me una cosa è molto chiara: Anna non ha alcuna stima di lui, lo considera un accessorio del suo riscatto, ciò che le serve per completare il suo disegno. Tutto filerà liscio, finché lui non crescerà. E prima o poi accadrà.
Annamaria Laino
Annamaria è la tomba della dignità: una donna già tradita, umiliata, offesa altre volte, ma che perdona l’uomo che ama perché «lui è fatto così, è un eterno Peter Pan». Un eterno Peter Pan che ha messo gli occhi su una delle tentatrici, ha flirtato con lei, ha persino pensato di incontrarla fuori dal programma. Le ha addirittura detto «Ti voglio», salvo poi giustificarsi dicendo «Era un “ti voglio bene”, ma siccome “ti voglio bene” era troppo lungo, per comodità ho detto solo “ti voglio”». Insomma, un traditore seriale, uno di quelli che – alla vista di una donna – reagisce come una bestia affamata, non conosce pudore né rispetto, azzanna la preda e poi torna all’ovile, come un animale braccato. Non realmente pentito, sia ben inteso, ma soltanto spaventato dall’idea di perdere l’unico punto fermo della propria vita.
E il punto fermo, guarda caso, è sempre una donna remissiva e permissiva come Annamaria, una vittima o quasi. Perché “quasi”? Semplice, perché – a uno sguardo esterno – lei appare come la parte lesa di un rapporto insano, in cui la donna attende l’uomo affacciata alla finestra, mentre lui fa il gradasso al bar del paese con gli amici di sempre. In verità, la Laino – in quanto punto fermo – sa che Antonio tornerà ogni volta, che forse la tradirà, ma sarà solo un fatto fisico, per il resto sarà sempre e solo dipendente da lei. In buona sostanza, Annamaria è una di quelle donne che accetta un tradimento perché sa che il figliol prodigo torna a casa, non può fare a mano di lei, del resto è una figura materna, protettiva, accogliente, necessaria. E così, da vittima qual era, diventa carnefice. Del proprio destino, innanzitutto.
Il congiuntivo
Infine, ma non ultimo per importanza, il congiuntivo: bistrattato, inutilizzato, umiliato. Sul finire dell’ultima puntata di Temptation, il capolavoro di Antonio: «L’augurio che faccio ad Anna è che diventa madre».
Io mi auguro che la maggior parte dei partecipanti del docu-reality possa riscoprire la dignità e l’amor proprio. E, se resta tempo, anche il congiuntivo. Non è mai troppo tardi per iniziare a rispettare la nostra lingua.