Alessia Marcuzzi pubblica uno scatto sexy e sul web scoppia una polemica: ecco il caso della conduttrice e il messaggio che non deve passare.
A scanso di equivoci, ribadiamolo ancora e sempre: qualsiasi violenza (fisica, psicologica, verbale) non è mai una colpa da imputare alla vittima. Non c’è niente che giustifichi una violenza, niente che ne diminuisca la gravità. Fatta questa premessa, affrontiamo il caso di Alessia Marcuzzi.
Alessia Marcuzzi non se l’è cercata
Alessia Marcuzzi, pochi giorni fa, ha pubblicato uno scatto sexy su Instagram: la conduttrice, apparsa di spalle, ha mostrato il lato b e le spalle nude, che lasciano intuire il seno scoperto. Alcuni commenti al post sono davvero raccapriccianti, essenzialmente per due motivi: in primo luogo, perché giustificano la violenza verbale di cui – spesso – la Marcuzzi è vittima sui social (e, anzi, attribuiscono alla Marcuzzi stessa la colpa di tale violenza); in secondo luogo, perché i suddetti commenti provengono soprattutto da parte di altre donne.
Eccone uno, decisamente esemplificativo:
Ma scusa, ti lamenti che nelle tue dirette gli uomini scrivono cose schifose, ma sei peggio di loro, posti solo il tuo lato B in un modo osceno. E dopo ti lamenti pure…
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E poi rincara la dose:
Non giustifico la violenza di nessun genere, ma non è giusto che la donna debba essere una provocatrice.
Una donna può essere quello che le pare, ciò che non è giusto è che qualcuno pensi di poter usare una qualsiasi forma di violenza nei suoi confronti solo per uno scatto sexy o un abbigliamento provocante.
La violenza non si giustifica mai
Il commento sopracitato, ovviamente, non è il solo apparso sul profilo Instagram della Marcuzzi: non mancano i vari «Vergognati», «Ricordati che sei una mamma», «Mostri il culo perché come donna non vali niente», che non sono certamente meno gravi di chi sostiene che la colpa della violenza sulle donne, in determinati contesti, sia da attribuire alle donna stessa. Tutto ciò è preoccupante. Un commento del genere, un pensiero del genere, una cultura ancora così volgarmente maschilista, che giustifica la violenza da parte dell’uomo se la vittima è troppo sensuale o vestita in modo succinto, è quanto di più sbagliato e riprovevole esista.
Non solo, le hanno scritto anche «Un giorno i tuoi figli si vergogneranno di te». No, non sono i figli della Marcuzzi a doversi vergognare, ma i vostri, perché li state consegnando a un mondo in cui la solidarietà femminile esiste solo se la donna in questione è brutta, povera e più infelice di voi. Li state consegnando a un mondo in cui una donna in bikini «è senza cervello e non ha nient’altro da mostrare», mentre un uomo a petto nudo non riceve mai lo stesso trattamento.
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Li state consegnando a un mondo in cui una donna che ammicca ad una fotocamera è considerata una madre degenere, mentre voi, che passate le vostre giornate a insultare e denigrare chiunque vi capiti a tiro, spesso senza nemmeno metterci la faccia o il nome, siete modelli da seguire. Chissà perché sono certo che, se la Marcuzzi avesse avuto le gambe piene di cellulite e qualche chilo di troppo, le avreste scritto «Sei bellissima, l’imperfezione è bellezza». Sì, ne sono proprio convinto.