Proteggere sempre i figli è un danno: diventano pessimi adulti

Proteggere troppi i figli non è mai un bene: ecco cinque consigli per i genitori che non sanno come comportarsi con i propri bambini.

Un errore grave e frequente che fanno molti genitori è quello di prendere sempre le difese dei propri figli. Litiga con un amico? È colpa dell’amico. Non va bene a scuola? È colpa dell’insegnante. È solo? È colpa degli altri. Un figlio protetto dalle proprie colpe diventerà un uomo che non sa riconoscere i propri errori, quindi un cattivo adulto (ma anche un adulto cattivo, perché non è la stessa cosa).

Figli troppo protetti: i rischi che si corrono

Essere troppo protettivi con i propri figli non è mai un bene: l’eccessivo senso di protezione di un padre o di una madre nei confronti del proprio figlio, specie durante l’infanzia e la crescita, può portare a danni molto seri. A rivelarlo è uno studio della University College London, pubblicato sul The Journal of Positive Psychology. Secondo la ricerca, i più infelici – da adulti – sono proprio coloro che da piccoli hanno avuto genitori estremamente protettivi. Al contrario, invece, di coloro i quali sono cresciuti con genitori attenti, ma non opprimenti; ecco le parole di Mai Stafford, autore dello studio:

Abbiamo notato che i figli di genitori che hanno dimostrato calore e comprensione durante l’infanzia, da grandi sono più soddisfatti della loro vita e hanno un maggior benessere mentale. Al contrario, un controllo psicologico costante è associato a una percezione più bassa della propria qualità di vita. Esempi di controllo psicologico possono essere non permettere ai bambini di prendere le proprie decisioni, invadere la loro privacy o favorire la dipendenza.

Attenzione: è bene sottolineare che, talvolta, i comportamenti di un bambino possono nascondere disagi derivanti da incomprensioni o scarso ascolto delle proprie esigenze più profonde. È un bene scoraggiare i cattivi comportamenti, ma al tempo stesso è importante cercare di comprenderne il più possibile la vera natura. I bambini con una base affettiva sicura possono imparare serenamente da rimproveri e giuste punizioni. I bambini confusi da adulti affettivamente e normativamente contraddittori o instabili rischiano, invece, di doversi far carico sia del disagio che della responsabilità dello stesso.

Genitori troppo protettivi? Ecco cosa non fare mai!

Spesso, convinti di fare il bene dei propri figli, molti genitori si sostituiscono a loro o, più semplicemente, li spingono in una direzione o nell’altra. Molti padri e molte madri, infatti, sono convinti che – indirizzando il proprio bambino o togliendogli qualche responsabilità – possono essergli d’aiuto, invece non è affatto così. Ecco cosa non deve mai fare un genitore:

Evitare di difenderlo sempre

Lasciate che vostro figlio litighi con i propri amici, che cresca e impari dai propri errori: chiuderlo in una campana di vetro, prendere sempre le sue difese e giustificare i suoi comportamenti non è affatto costruttivo, anzi, al contrario, non c’è niente di più diseducativo! Così facendo, non imparerà mai dai propri errori e faticherà a formare una propria personalità.

È disordinato? Lasciatelo fare!

L’ordine è quanto di più soggettivo ci sia: lasciate che capisca come organizzare i propri spazi e come sentirsi a proprio agio all’interno di essi. È giusto ricordargli che deve avere cura di ciò che ha e che è fondamentale averne rispetto, ma lasciate che sia lui a gestirsi.

Concedetegli la sua indipendenza

È molto importante che un bambino o ragazzino capisca di essere libero di poter esprimere se stesso per quel che è, solo in questo modo potrà essere indipendente. Indipendenza, in fondo, vuol dire essere sicuri di sé, conoscere i propri pregi e i propri limiti e sapersi relazionare con gli altri senza subirne alcun giudizio (e senza giudicare!).

Lasciate che faccia i compiti da solo!

Aiutate sempre vostro figlio a fare i compiti e qualche volta li fate al suo posto? Non c’è niente di più sbagliato! Ricordate che fare i compiti non è un’azione fine a se stessa, poco importa se un problema di matematica è ben risolto o se una pagina di storia è appresa al 100%: ciò che conta di più è che ognuno abbia un proprio metodo di apprendimento. Ma è necessario che ogni ragazzino lo sviluppi da solo!

Basta ipercontrollo!

In definitiva, è fondamentale che ogni bambino sia libero di sbagliare e, soprattutto, di riflettere sul proprio errore, senza che vi sia un adulto che gli dica cosa deve apprendere da uno sbaglio e cosa è ininfluente. Un controllo soffocante alimenta solo insicurezza, paura e incapacità di confrontarsi con la frustrazione e il fallimento. Del resto, il detto dice «Sbagliando si impara», ma devono sbagliare i figli, non i genitori!

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