All'interno della rubrica "Interviste pop", oggi arriva Zoizi, un cantautore di grande talento che ha apppena pubblica "Odore", nuovo brano.
Dal 13 marzo è in rotazione radiofonica Odore (Eve), nuovo singolo di ZOIZI, disponibile sulle piattaforme digitali e nei digital stores.
Partiamo subito dal tuo nuovo singolo, prima di fare un passo indietro e raccontare la tua storia. Il 13 marzo hai pubblicato Odore.
Odore nasce dalla voglia di scrivere un inno generazionale. Ho collegato una sensazione a un’epoca. La mia epoca. Quelli nati nel 1990, che oggi non sono più dei ragazzini, ma che forse non ci vogliono ancora credere.
Odore è arrivato dopo Pazzo di te, il tuo singolo di debutto.
Pazzo di te rimarrà un ricordo indelebile. Una canzone che ha dato inizio a tutto e a cui sono molto legato perché racconta tantissimo di come sono fatto. Nel dettaglio parla della mia ultima storia. Un amore perverso. La particolarità sta nel fatto che ho cominciato a scrivere il testo incazzato nero, ma alla fine del primo ritornello a momenti diventa una canzone d’amore. Tutto in pieno stile ZOIZI.
Il 2019 è stato un anno importante per te, hai aperto cinque concerti del tour di Francesco Renga. Che esperienza è stata?
Che dire… è stato il mio primo esame di maturità da cantautore. Cinque aperture del genere equivalgono a due anni di live nei localini. Renga è un artista grandioso e ho provato a rubare il più possibile del suo mestiere, anche solo guardando come si muoveva sul palco. Mi ha anche dato due consigli sul riscaldamento della voce.
Facciamo un passo indietro: il tuo nome è Jodi Zojzi, sei nato a Tirana nel 1990 e sei arrivato in Italia ad appena un anno. Mi racconti la tua storia?
Sì, nasco a Tirana e a un anno arrivo in Italia con la mia famiglia. Abbiamo girato un po’ il nord Italia. Un po’ di traslochi, fino ad arrivare a Modena nel 2000. Poi, nel 2008, la famiglia si è trasferita in Germania. Ho vissuto un anno lì e poi sono scappato letteralmente di casa per tornare a Modena da solo. Ho dormito per un po’ in macchina fino a quando non ho trovato lavoro. Insomma, storia molto travagliata che meriterebbe tempo per essere raccontata bene. Diciamo che già da giovane ero un bel ribelle.
La musica quando e come è entrata nella tua vita?
Grazie al mio papà e alla sua chitarra da destri, che non riuscivo a suonare perché sono mancino. Un giorno, credo a 13 anni, mi sono rotto i coglioni e ho invertito le corde. Di fatto è diventata la mia prima chitarra.
Ricordi il primo brano che hai scritto?
Sì, avevo 19 anni. Era proprio una cagata di canzone (ride, ndr). L’ho cantata a una ragazza russa che faceva il corso di tedesco con me in Germania. Fu la prima ragazza ad ascoltare una mia canzone. Mi disse «dovresti registrarla». Ma probabilmente era di parte. Meno male che sono migliorato.
Che progetti hai per il futuro?
Ho il prossimo singolo pronto. Devo solo decidere quando farlo uscire. Sarà una bomba! E per quanto riguarda un album, non ti nascondo che ho tanta voglia di cominciare a lavorarci, ma non c e ancora niente di stabilito.
Parliamo di sogni. Chiudi gli occhi e immaginati tra dieci anni: cosa vedi?
Vedo ogni sera un live in un posto diverso, il mio pubblico sotto a fare festa. Alla fine la cosa che amo di più è cantare su un palco le mie canzoni.
Se fossi un brano (non tuo), quale saresti?
Disperato erotico stomp.
Se fossi un disco?
Definitely maybe degli Oasis.
Se fossi un libro?
Il piccolo principe.
Concludiamo così: il nostro magazine si chiama DonnaPOP; per noi, il termine POP rappresenta qualcosa di bello, entusiasmante, accattivante. Cos’è per te POP in questo momento della tua vita?
Arrivare alla gente cercando di tirare fuori tutto ciò che ho dentro. Può sembrare una banalità da dire, ma ho conosciuto davvero poche persone che sono state disposte a soffrire per essere davvero felici senza accontentarsi. Credo che la gente non sia stupida e se ne accorga quando qualcosa di vero arriva alle orecchie.
https://www.youtube.com/watch?v=AZhJQRs-mmc
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